Art.1: E’ costituita a Milano un’Associazione fra gli arbitri del Gioco del Calcio sotto la denominazione di Associazione Italiana Arbitri.
Art.2: L’AIA ha per fini:
a) la difesa e la tutela del decoro e degli interessi dei suoi soci nei limiti della dignità dell’Associazione;
b) il perfezionamento dell’arbitraggio;
c) la discussione sull’interpretazione del regolamento di gioco in modo da renderla uniforme per tutti gli arbitri;
d) l’istruzione di coloro che volessero iniziarsi all’ufficio dell’arbitro;
e) la spiegazione anche con conferenze pubbliche agli amatori del Gioco del Calcio delle regole che lo governano.
Il primo presidente nazionale fu Umberto Meazza, già alla guida da due anni della Commissione Arbitri in seno alla Federazione. Fu quindi predisposta una circolare da inviare a tutte le società calcistiche italiane, in cui veniva comunicata la costituzione dell’Associazione Italiana Arbitri, e furono subito nominati i responsabili regionali. Ad ottobre iniziarono le riunioni tecniche tra gli associati, mentre il primo corso arbitri, gratuito anche all’epoca come oggi, fu indetto nel mese di gennaio 1912. L’organizzazione territoriale negli anni si sviluppò con la creazione delle Sezioni fino all’attuale radicamento capillare in tutto il territorio nazionale. Poco dopo, nel 1924, nacque anche la rivista “L’Arbitro”.
In questa data speciale, per i 109 anni dell’Associazione Italiana Arbitri, il presidente Marcello Nicchi vuole rivolgere uno speciale augurio a tutti i 30 mila associati italiani che settimanalmente scendono in campo garantendo il rispetto delle regole dalla Serie A fino ai Campionati giovanili.