Nel mese di Dicembre la Sezione AIA di Collegno ha avuto l’onore di accogliere presso l’Auditorium di Viale Radich a Grugliasco l’Ospite Nazionale Juan Luca Sacchi di Macerata.
Luca, attualmente a disposizione della CAN B, è stato presentato dal presidente Bruno Surace alla platea gremita sia da arbitri collegnesi sia da colleghi delle altre Sezioni del Piemonte e Valle d’Aosta. Luca era reduce dall’aver arbitrato il giorno precedente l’incontro di Tim Cup tra Inter e Pordenone: una bella soddisfazione per lui, che ci ha rivelato come arbitrare a San Siro fosse il suo sogno già da ragazzo. Ma nonostante ciò l’ospite non ha voluto parlare di quella partita: infatti ha invitato a guardare sempre alla partita successiva e a non accontentarsi mai di ciò che si è raggiunto in passato; solo facendo così ci si può migliorare continuamente.
Nella prima parte della riunione Sacchi ha toccato alcuni concetti riguardanti l’”Essere Arbitro”. Ha iniziato la lezione trattando un punto fondamentale: il centro dell’AIA sono le Sezioni, e in particolare la Sezione di ciascuno. Bisogna condividere le soddisfazioni e le delusioni coi colleghi, bisogna fare associazione, perché se non si raggiungono i propri obiettivi insieme non si è nulla individualmente.
Altrettanto imprescindibile per un Arbitro è l’allenamento: “Per essere il numero uno, devi allenarti come se tu fossi il numero due” è il motto di Luca. Dopo le due basi dell’associazionismo e dell’allenamento si è passati a parlare della preparazione alla gara, dal momento in cui arriva la designazione: l’Arbitro non può farsi trovare impreparato prima di una partita, perché “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Tutto va preparato e curato nei minimi dettagli, dalla situazione ambientale in cui si andrà ad arbitrare, ai calciatori, ai moduli, e così via. Interessante poi un altro concetto proposto da Luca: egli ha chiesto ai presenti quale fosse il proprio obiettivo nell’arbitraggio. Chi ha risposto “di arbitrare in serie A”, chi “di andare in Serie C”, chi “di andare alla CAI”.
L’ospite ha invitato invece a porsi come obiettivo di fare bene la partita successiva! Questo perché non si ha bisogno di vedere l’intera scalinata, bisogna iniziare semplicemente a salire il primo gradino. Chiaramente per raggiungere gli c’è bisogno di sacrificio, non a parole, ma quello vero, fatto di allenamento, rinunce, dedizione. Come argomento conclusivo della prima parte di riunione Luca ha fatto notare la differenza tra avere talento ed essere un talento: “Ognuno di noi ha del talento, ma sta a noi quanto vogliamo coltivarlo e riuscire a controllarne bene la quantità e la qualità”. Non basta avere talento, si è obbligati a dimostrarlo! Nella seconda parte Sacchi ha proposto dei video tratti da partite arbitrate da lui in cui sono stati approfonditi argomenti importanti come il DOGSO, il vantaggio e la gestione delle proteste. Luca è stato molto autocritico e ha dato consigli utili su come migliorare nel rapporto coi calciatori e nella prevenzione di situazioni particolari sul terreno di giuoco.
Matteo Moncalvo
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